MONO NO AWARE
Se in Occidente la Natura viene dominata e ordinata attraverso l’intervento umano, in Oriente rappresenta uno spirito, un’entità che si genera da sé stessa e che vive in stretto contatto con l’uomo, ne anima l’esistenza, lo accompagna e talvolta gli si oppone in modo ostile. Questa concezione ha portato a una cultura del rispetto nei confronti dell’ambiente naturale e ad un apprezzamento per la qualità effimera di tutta la vita. In Giappone Umanità e Natura rappresentano entità inseparabili, le cui esistenze sono fugaci e inevitabilmente destinate alla decadenza.
MONO NO AWARE è l’espressione con cui nel Sol Levante si rappresenta la transitorietà dell’esistente e il senso di nostalgia che la consapevolezza di questa impermanenza genera nell’anima.
Questa transitorietà si manifesta anche nella costruzione e conservazione degli edifici, realizzati in legno, materiale naturale che con il passare nel tempo si corrode, va mantenuto e riparato, diviene parte integrante dell’ambiente che cambia.
Il progetto, realizzato nelle prefetture di Nara e Ishikawa, indaga il rapporto tra il mondo antropico e quello naturale e come il lavoro dell’uomo si confronta e interagisce con l’ambiente circostante.
All’interno sono presenti le opere: I Pini di Hasegawa Tohaku (1539–1610) e Paesaggio di inchiostro spruzzato di Sesshū Tōyō (1495)
© Martina Simonato 2019